A piedi fino al Tonnaro

L'esperienza del viaggio è esperienza di un cammino. Quando ci si accinge a "fare" un cammino non è mai solo con le gambe ma tutto di noi, tutto il nostro essere si prepara a farlo. E allora con la mente vado verso Sud, in Sicilia e precisamente a Castanea delle Furie, piccolo paese collinare in provincia di Messina. 
Anni '70, sera di fine estate, primi di settembre. La processione avanza lentamente, quasi cantalenante come certe preghiere rimaste in bocca, tramandate da madre in figlia. L'aria sa di ceri fumanti,di flambeaux di carta bruciati, il maglione sulle spalle: si va "o Tunnaru". Le luci illuminano la campagna intorno e il simulacro della Vergine avanza "ballando" sulla fatica degli uomini. Percorsi alcuni chilometri appare agli occhi, la chiesa, unica costruzione stagliata contro il cielo notturno, momento di approdo.

Chiesa du Tunnaru
Consacrata alla Madonna di Tindari, in dialetto siciliano "U Tunnaru" ovvero la tonnara, antica fonte di sostentamento del popolo costiero, la sua fondazione risale al 1500 e da allora è stata più volte restaurata. E' costruita su una collinetta che si affaccia su uno splendido panorama dove è possibile scorgere in giorni di sereno Milazzo, le Eolie e più in là il Santuario da cui prende il nome. 
La Madonna del Tindari è una madonna nera. Una Madonna nera nel profondo Sud è un concetto quasi rivoluzionario, una fratellanza e un'alleanza ante-litteram, una modernità di vedute risalente a tempi antichi e usanze vetuste. Nelle fresche sere d'estate al Tonnaro il vento sibila, raccontando ancora storie di devozione e folklore religioso. Mi metto in ascolto.
Pupi Paris



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