Post

Visualizzazione dei post da 2014

Ferrosi Silenzi.

Immagine
La stazione di Moccone Faceva freddo lunedì scorso (29/12), molto freddo. Il termometro in città era posizionato sui 2/3°, ma qualche schizzo di luce solare, che faceva capolino tra minacciose e grigiastre coltri di nuvole mi avevano messo la voglia di far un salto in Sila. Da Cosenza quei raggi rimbalzavano indietro, irradiando la città, ripudiati dalla candida coperta che avvolgeva l’altopiano. Era la prima e consistente nevicata in Sila. Non ci ho pensato un attimo e con un’idea ben precisa  ho valicato Fago del Soldato, dove il manto bianco superava abbondantemente i 20 cm. Moccone 1^ tappa. Assaggio di neve fresca, bevuta di gelida acqua alla fontana e immediato all’udito, un felpato silenzio mi ha spinto all’interno della stazione ferroviaria di Moccone. Il sapore ovattato di quella vista, quasi diventava fastidioso o forse, più coscientemente, lo era l’assoluto silenzio e abbandono di quel posto.  Un deserto bianco, straordinario e allo stesso tempo tragico. Su quel

Quello che è successo a...#LibriAMOci

Immagine
Questo è quello che è successo durante la presentazione del nostro progetto di biblioteca itinerante #LibriAMOci .  Questo è quello che potrebbe succedere durante il viaggio di  ‪#‎ LibriAMOci‬ ,  attraverso il nostro  ‪#‎ Sud‬ . La simulazione del laboratorio  ( ‪#‎ riscriviAMO‬   le parole),  c he sarà uno dei tanti, che faranno da filo conduttore a questo esperimento culturale 3.0, ha lasciato i tanti presenti con il fiato in gola, l'emozione ha preso tutti, si è impadronita delle anime e ha reso l'atmosfera magica. Questo è quello che è successo a... COSENZA, il 7 dicembre 2014 alle 18,30 LIBRERIA UBIK Improvvisazione di Paolo Presta alla fisarmonica & Rosarita Berardi alle "parole" Parole fornite dal pubblico: quadro, libro, amicizia, leone Il quadro è storto... pende a destra, pende a sinistra, pende al centro... come può pendere al centro? ...quel leone che scaruffa la criniera e sembra voglia uscire dalla cornice... sembra fu

Lo Zibibbo dell'Unesco.

Immagine
Pantelleria (TP) Qualcuno purtroppo, qualche tempo fa, addentrandosi  in  discorsi pseudo-economici sulla possibilità di ridurre la spesa pubblica in Italia, affermò che uno dei tagli urgenti da fare, per far fronte all’emorragia del debito pubblico, era quello sulla Cultura. “ Con la Cultura non si mangia ”, tuonò.  La notizia di ieri, va proprio nella direzione opposta tracciata con quella dichiarazione. Dopo Matera, Capitale Europea della Cultura nel 2019, un nuovo riconoscimento arriva dall’Unesco per il Sud e le coltivazioni delle uve Zibibbo a Pantelleria (TP). L’antico metodo di coltivazione e raccolta diventano da oggi Patrimonio dell’Umanità. Alla faccia di quel rotondo signore che proferì quell’infelice frase. La vite coltivata ad alberello di quest’isola di frontiera, entra così nell’ autorevole lista dei patrimoni culturali dell’Umanità da tutelare.  I vitigni ad alberello Lo Zibibbo di Pantelleria ha origine molte lontane, si crede possa essere s

"Vedi Napoli e poi mangi".

Immagine
A proposito di cose uniche…tante ne potrebbero venire in mente. Un monumento, un sito archeologico, una tradizione, un borgo. Al sud non ci facciamo mancare niente, anche se poi non ce ne accorgiamo, anche se poi non ne sappiamo valorizzare la storia, la solita pappa trita e ritrita. Ma quella che vi racconto è un’esperienza molto particolare e anche unica. Non conosco altre realtà del genere, non ho ancora trovato simili esperienze in Italia e forse in Europa. E’ il tardo pomeriggio di settembre dell’anno scorso, affacciato su un tramonto da brividi, a Napoli, precisamente nella zona dei Campi Flegrei , tra i soffioni della Solfatara di Pozzuoli. Comodamente seduto, in un contesto di straordinaria suggestione, aspettando il calare del sole nell'incantevole scenario del cratere, ho partecipato ad un evento unico. Non era un seminario di vulcanologi sulle attività del sottosuolo di questa zona di Napoli, ma una discussione programmata dal presidio Slow-Food locale, per discu

La Cosenza "sferruzzante" (Urban Knitting).

Immagine
L ’ handmade, (letteralmente fatto-a-mano), è espressione non solo di un'arte manuale, ma soprattutto di una concezione basata sul fare, sul rispetto dell'ambiente che mi circonda e sull'apprezzamento della "bellezza" come si ntetizzazione di concetti quali equilibrio, armonia, perfezione. Concetti che convergono verso quello ultimo di bene. Dunque morale. Il valore del bello è, infatti, essenzialmente valore della morale. Oggi la parola "crisi" viene usata per esprimere esclusivamente un concetto di tipo economico, non tenendo conto che le scienze economiche altro non sono che espressione della società. Di conseguenza la crisi in cui oggi riversiamo, altro non è che una crisi di tipo morale. Ricercare, costruire, inventare la bellezza diventa così uno strumento per un fine: quello di ritrovare in noi una morale, espressione di virtù umana che ci faccia vivere in armonia con noi stessi e con il mondo. Un fine contro la fine . Portare l

#the7hours.

Immagine
Quelle fatidiche sette ore…sembra un titolo di un kolossal di mega produzione hollywoodiana, ma non è così o forse sì. #the7hours è il nome dato alla tendenza che accompagnerà il popolo dei social nel percorso che la Commissione incaricata dalla Giuria  farà durante la visita nella città dei Sassi. #the7hours è il nome dato al tempo per cambiare la storia di Matera, per provare a riscrivere il suo futuro, per dimostrare che insieme si può cambiare. Il 7 ottobre, la Commissione, sarà a Matera per “vedere” se si può fare e il suo popolo si prepara a stupire tutti, anche se stesso. La visita parte alle ore 12 dal Belvedere e termina alle 19 a Casa di Ortega.  Scorcio dei Sassi A cavallo dell’ora di pranzo i componenti della Commissione saranno ospiti conviviali di cinque famiglie materane (nei Sassi) per testare l’accoglienza del territorio, a furia di leccornie della tradizione culinaria , sperando che non vadano troppo giù con il vino! Successivamente, alla Commi

Matera-Siena: incontro-scontro.

Immagine
L’esperienza che ho vissuto è una di quelle cose che devi scrivere di getto il giorno dopo, dopo averci pensato su tutta la notte. Il lavoro che stiamo facendo con unDocumentary   non è passato inosservato agli organizzatori del Premio Sele D’oro e mi hanno invitato a Oliveto Citra (SA) a presentarlo. Non ci avevo capito molto, in realtà, ma con l’entusiasmo di andare a presentare un progetto che mi sta appassionando tantissimo, mi ci sono fiondato, con Valerio in rappresentanza del gruppo di lavoro del documentario. Mentre mi avvicinavo a destinazione, ho scoperto che ci sarebbe stato anche Angelo Romagnoli, coordinatore artistico di Siena 2019; quindi si prospettava una sorta di confronto tra le due città e ho sentito il Palazzotto, per la benedizione: “Va’ e parla a nome della web community ”, il succo romanzato del messaggio che ho ricevuto dal Comitato.   E all’interno del “Caffè delle Idee”, uno degli appuntamenti del Premio, dello scontro che ho annunciato nel titolo

Corazzo's summer.

Immagine
Estate 2014, a Corazzo si registrano le giornate più calde degli ultimi anni. Soprattutto in questo mese d’agosto, la temperatura percepita dal corpo umano è stata davvero da record. State tranquilli, non si tratta di reali valutazioni metereologiche, come quelle che spesso spingono i tg a consigliare di non fare uscire i vecchietti e i bambini. Si tratta comunque di fenomeni esotermici ma di quelli che fanno bene a tutti, soprattutto agli anziani e ai ragazzi. Chi sale in Abbazia viene accolto con un sorriso e con un fresco bicchier d’acqua appena sgorgato. Poi viene “preso per mano” da “Frà Guida” per un salto nel passato tra i cistercensi. Fa la foto con il cartellone con su scritto “E’ vietato calpestare i sogni”, sfida il vento di montagna con l’aquilone, digerisce la derrata d’informazioni storiche con quattro calci al pallone, compila il modulo per il Censimento FAI e per lo spettacolare sito archeologico e l’accoglienza ricevuta vorrebbe firmarlo altre 1000 volt

"I Don Chisciotte" Prima puntata: L'Orto dei Tu'rat.

Immagine
I Tur'at Non so se è più un racconto o più un viaggio, forse è  tutti e due, viaggio in più tappe, o per voi che leggete, racconto in più puntate. Viaggio dove ho scoperto e conosciuto chi resiste, chi coltiva la terra in maniera arcaica, chi la strappa all’erosione del cemento, chi al dissesto idrogeologico, chi la lavora rispettando l’equilibrio naturale, chi alleva e munge a mano, chi trasforma i prodotti di ogni origine secondo canoni dimenticati, ma con le conoscenze 2.0, oppure chi produce acqua naturalmente, dove l’acqua non esiste. Seguendo questo viaggio vi racconterò come questi novelli Don Chisciotte lottano e resistono quotidianamente contro elementi naturali e non, affrontando la madre di tutte le battaglie, quella contro la burocrazia e l’ignoranza di chi la gestisce. Prima puntata: L’orto dei Tu’rat. Non preoccupatevi, non vi parlerò di un fondo coltivato appartenente ad una nobile famiglia mediorientale, come qualcuno maldestramente l’ha defi

Mete #diverse: Un arcipelago sulla terraferma.

Immagine
Ci sono volte che i nomi racchiudono l’essenza delle persone. “Arcipelago Sagarote” è uno di quei casi. Arcipelago è un insieme di isole, che esiste solo perché ogni isola ha le sue caratteristiche, una sua identità. Dell’arcipelago delle Eolie, per esempio, mi viene in mente Panarea, ma anche Lipari e poi Vulcano. Stesso arcipelago, per isole diversissime. Anche Arcipelago Sagarote  è così. Ho conosciuto Luciana, Carlo, Stefano e soprattutto Gregorio, splendide isole di questo arcipelago, capaci di accogliere, ognuno con la sua personalità, ospiti con diverse esigenze o con diversi stati d’animo.  Entrando nell’arcipelago, piccola “comune” autogestita, autosufficiente, asserragliata sulla prima montagna che guarda lo splendido mare di Diamante (CS), ho inizialmente avuto la sensazione di violare la loro intimità e forse, per qualcuno di loro la mia visita è stata un po’ questo, ma abbiamo detto che le isole di un arcipelago sono affascinanti proprio quando sono così dive

La Chiesa "scoraggiosa".

Immagine
La statua lignea della Madonna dell'Assunta Sono ormai più di sette anni che, a cavallo di Ferragosto, alloggio dieci giorni circa a Colosimi (CS), uno degli ultimi avamposti della provincia cosentina che si addentra nella Sila. Quasi mille metri di altitudine, quasi mille anime di popolazione, che in questo periodo raddoppiano, aria buona, amici di calcistica provenienza ed una Chiesa, eretta in devozione della Madonna dell’Assunta alla fine del XVIII secolo. La comunità è molto legata alla sua protettrice e il 15 agosto si celebra la festa in suo onore, festa che coinvolge tutto il paese e che culmina con una bella e sentita processione dopo la messa della sera. Questo fino allo scorso anno, poiché adesso tutto è cambiato.  La Madonna all'uscita della chiesa Il pastore di questo gregge ha impresso una forte svolta a tutta la celebrazione; -intanto più sobrietà, giusto; -in ottica di spending-review e attenzione all’ambiente, meno luminarie, anche questo

LibriAMOci..

Immagine
Fin dal primo momento della nascita del progetto “ Latitudine Sud ” quello che ci ha contraddistinto è stata la voglia di  fare , ma soprattutto quella di  donare . Donare le nostre esperienze, storie, emozioni, per cercare di scardinare quegli stereotipi che continuano ad offuscare il nostro Sud. Il blog è quindi un’idea di partecipazione, in senso molto profondo, alla vita sociale del nostro paese. Le carenze in questo senso sono drammatiche e lasciatemelo dire, offendono profondamente comunità e territori. Noi abbiamo però, una visione diversa, crediamo nella partecipazione, del “made in Latitudine Sud” E’ per questo che nasce il progetto “ LibriAMOci : Respirare Cultura per Sentirsi Liberi ”, voler rafforzare questo concetto, dargli una connotazione reale, pratica. Tecnicamente, “ LibriAMOci ” è un progetto indipendente di biblioteca itinerante, destinata a tutti coloro che, per motivi diversi, hanno difficoltà ad usufruire di un servizio bibliotecario. Il