La Cosenza "sferruzzante" (Urban Knitting).
L’handmade, (letteralmente fatto-a-mano), è
espressione non solo di un'arte manuale, ma soprattutto di una concezione
basata sul fare, sul rispetto dell'ambiente che mi circonda e
sull'apprezzamento della "bellezza" come sintetizzazione
di concetti quali equilibrio, armonia, perfezione. Concetti che convergono verso
quello ultimo di bene. Dunque morale. Il valore del bello è, infatti,
essenzialmente valore della morale. Oggi la parola "crisi" viene
usata per esprimere esclusivamente un concetto di tipo economico, non tenendo
conto che le scienze economiche altro non sono che espressione della società.
Di conseguenza la crisi in cui oggi riversiamo, altro non è che una crisi di
tipo morale. Ricercare, costruire, inventare la bellezza diventa così uno
strumento per un fine: quello di ritrovare in noi una morale, espressione di
virtù umana che ci faccia vivere in armonia con noi stessi e con il mondo. Un
fine contro la fine. Portare l'Urban knitting a Cosenza, tende verso questa direzione, "voglio diventare
fattivamente cittadina del luogo che mi ospita. Voglio rendere visibile e
tangibile il trasporto e l'attaccamento che mi lega alla mia città." Dagli anni ’70 l’arte urbana
conta un nuovo protagonista: lo yarn bombing
(letteralmente
‘bombardamento di filati’), ovvero Urban
knitting o Guerrilla knitting.
L’effimera
arte delle guerrigliere del filo di lana è colorata, ecologica, morbida,
social, senza pretese e si è ormai diffusa in tutto il mondo, dagli USA
all’Iran e ovviamente all’Italia.
È una
forma di street art che utilizza filati e fibre lavorate ai ferri e uncinetto, per rivestire spazi ed arredi urbani
delle città.
Questa
forma di graffitismo è nata nel 2005 grazie ad una ragazza texana di nome Magda
Sayeg esperta magliaia, fondatrice riconosciuta del movimento “Knitta, please”
con il quale ha ricoperto con filati colorati architetture urbane, statue,
biciclette, mezzi di trasporto pubblici e privati, alberi e qualsiasi altro
oggetto, dando loro una seconda pelle fatta su misura. Ma l’arte del knitting, non si esprime rivestendo casualmente
con pezze di filati gli spazi, arredi urbani, alberi ecc… L’espressione
artistica dell’Urban knitting è sempre frutto di una fase preliminare di studio
e progettazione, nella scelta dei colori, negli accostamenti cromatici, nei
punti da utilizzare. Una volta eseguita l'installazione ci si trova di fronte
ad una vera opera d'arte, capace di creare emozioni e stupore negli occhi di
chi la guarda e lasciando nel cuore un segno indelebile di pace, serenità,
allegria.
Al di là dell’aspetto più
originale e ornamentale, come tutti i figli
della “guerrilla urbana”, si configura come un movimento nato dal basso,
autoprodotto ed eversivo, promulgatore di messaggi ambientali, sociali e
politici. Inoltre, si riscoprono antiche tecniche (uncinetto, ferri) quasi abbandonate
per far sì che i giovani possano conoscerle ed appassionarsi a loro volta. Lo Yarn Bombing si sta diffondendo a macchia d’olio anche in Italia con esempi in grandi città, Torino, Genova,
L’Aquila, Faenza (RA) e in una piccola cittadina come Cesenatico (FC) con “Il
ponte di lana” e “Il mare in conserva”.
In Italia esiste innanzitutto una
fitta rete di Knit Café, che ormai copre l’intero territorio nazionale, principalmente
ma non esclusivamente legata a circuiti come “stitch ‘n bitch” (stitchnbitch.org) o “do knit yourself” (do-knit-yourself.com) . Alcuni, ma non
tutti i Knit café, si dedicano anche allo Yarn bombing. Più o meno il fenomeno
ha cominciato ad approdare in Italia attorno al 2010, quando è nato ad esempio
uno dei blog italiani più conosciuti sul tema che è knittami.wordpress.com. Nel 2011
viene fondato il KNIT CAFE' Merano, con lo scopo principale di dedicarsi
all’Urban knitting. A Genova è stato il Comune stesso a dare vita a Intrecci
Urbani nel 2013. La moda si sta diffondendo ovunque, ma l’azione più clamorosa
è sicuramente quella di Mettiamoci una pezza, che ha colto al massimo il
potenziale comunicativo dell’Urban knitting per segnalare il disagio della
città di L’Aquila, ancora ferita dal terremoto del 2009. Il Knit Cafè è un luogo d’ incontro per sferruzzare
in compagnia, un luogo dove gli appassionati di ferri e uncinetto condividono,
tra un caffè e una chiacchierata, la passione di sferruzzare e creare. Senza
alcun obbligo e in forma assolutamente gratuita, ogni partecipante
contribuisce con la sua esperienza a condividere informazioni, consigli e
suggerimenti sul mondo del knit/tricot (maglia/uncinetto). I Knit Cafè spopolano dagli Usa al Regno Unito, dove anche
molte celebrities di Hollywood - Uma Thurman, Hilary Swank, Julianne Moore
Winona Ryder, Sarah Jessica Parker e perfino Russell Crowe - hanno intrapreso
questo nuovo hobby molto rilassante.
Anche in Italia l’hobby del tricotage è tornato di
moda e vive oggi una seconda giovinezza, diventa un hobby che
coinvolge e conquista tanti nuovi appassionati diventando un rimedio contro i
ritmi frenetici imposti dalla quotidianità.Gli studiosi, infatti, ritengono che sferruzzare
faccia bene: tenere le mani impegnate con ferri o con ago e filo scaccia lo
stress, combatte l’insonnia e predispone al relax! L'obiettivo
finale, dunque, non consiste tanto nel riuscire a completare una sciarpa in
tempi brevi, quanto nel dedicare un momento speciale a se stessi e alle proprie
passioni, alla ricerca di un momento di calma, pace e benessere. È proprio nell’ambiente dei Knit Cafè che il Yard
Bombing trova la sua realizzazione e la sua “manovalanza”. Infatti, il sogno di decorare Cosenza e l’unione di
appassionati fa sì che questo movimento possa prendere corpo non solo con il minimo
sforzo di tanti, ma soprattutto con la condivisione di un progetto comune che
aumenta la passione e l’amore che ogni partecipante nutre per questa città.
Da un punto di vista sociale, infatti, questi
progetti diminuiscono l’individualismo dell’essere umano per far posto alla
condivisione come punto di partenza per progetti ambiziosi. Progetti di questo
tipo aumentano il senso civico perché creano aggregazione tra i partecipanti,
uniti e motivati da una forza personale che riversano nel progetto di tutti.
Partecipate!!!
Irene Rombolà
mail: ricamodesign@tiscali.it
Grazie della spiegazione riguardante il Yarn Bombing. Ne avevo sentito parlare da tanti quando ho passato delle vacanze in uno sport hotel alto adige a silandro val venosta ma non avevo capito bene di cosa si trattasse. Ora con la tua spiegazione so finalmente che cos`é. Interessantissimo. Grazie.
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