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Amazing Sicily

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Punta Bianca di giorno Dare un titolo a questo post è stato molto difficile e forse non ci siamo perfettamente riusciti. Troppo complesso riportare su carta l'emozione della foto di Dario Giannobile, fotografo, anzi come si definisce lui "astrofotografo". Ma quello che Dario ha raggiunto con questa foto ha poco di costruito, ma molto di "percepito". Sembra aver rapito uno scenario che in pochi hanno la fortuna di godere, con uno dei suoi scatti ha mitizzato Punta Bianca in provincia di Agrigento di notte. Uno scenario quasi unico che sembra richiamare l'aurora boreale di Capo Nord e che è invece in Sicilia, lungo la costa sud. < Sono passati almeno tre anni - scrive Giannobile su facebook - da quando un amico mi aveva segnalato questo luogo da sogno. Eppure ho aspettato. ho aspettato non ci fossero le condizioni giuste per riprendere il nastro argentato, che ricco di stelle, accompagna le notti estive. Ho aspettato di essere all'altezza dello

Alarico, il tesoro e un fiume con una "S" di troppo.

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Caselle in Pittari (SA) Ph. Francesca Di Sio A volte i dettagli sono determinanti. Una dimenticanza, un fraintendimento, spesso storcere una parola o ancora pronunciarla con accento diverso può cambiare la storia di una persona, di un luogo e della sua comunità. Tutto legato al re visigoto e al suo famoso e mai scovato straordinario tesoro. Raffigurazione della morte di Alarico Leggenda vuole che alla sua morte, avvenuta nel V secolo d.c., il possente e sanguinario sovrano venne seppellito nel greto del fiume Busento nei pressi di Cosenza. Ma forse non è così, forse c'è un'altra leggenda. Un altro fiume, con lo stesso nome, con una "S" di troppo. Nel Cilento esiste un corso d'acqua che, nei pressi di Caselle in Pittari (SA), sprofonda nelle più cupe viscere della terra attraverso un anfratto nella roccia, nell'immediata periferia dell'abitato. "La Rupe" così chiamata dagli abitanti della zona, è una profonda dolina che pare proietta

La foresta che cammina.

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Per gli ambientalisti e amanti della natura è l'icona degli eventi del periodo. Per i visitatori è sicuramente l'altro carnevale, per i partecipanti l'essenza dello spirito di comunità sposata al territorio. E' il Carnevale di Satriano (PZ), due giorni di autentico legame tra natura e antropologia. Satriano è un affascinante borgo medievale con il pollice verde e il pennello in mano, legato e gemellato a Diamante (CS) con il doppio filo delle rappresentazioni pittoriche d'ispirazione social-popolare. Poco più di duemila abitanti e oltre quattrocento murales con i natali dati a Giovanni De Gregorio, pittore lucano del VII secolo. Ma il carnevale di Satriano, definito dal Touring Club uno delle rappresentazioni più iconografiche d'Italia, è qualcosa in più. Affonda le sue radici (è proprio il caso di scriverlo) nel rapporto del suo popolo con la natura e i boschi che li avvolgono. Gli abitanti si vestono da alberi, coperti di edera, percorrono i dintorni

Cammina Cilento.

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Il Cilento è una vasta area montana che ad est dirada verso il mar Tirreno tra rigogliosa natura e rara fauna protetta. Ospitato per lo più dalla provincia Salernitana, fa capolino a sud, in quell'affascinante limbo di costa Lucana che ha in Maratea la sua perla. Il parco nazionale istituito nei primi anni 90 e che ne prende il nome, è un reticolo di sentieri e tratturi che legano terre, uomini e donne che li abitano. In questi luoghi baciati dal sole, comunità (visionarie) hanno tentato e riuscito diversi esperimenti di rigenerazione e innovazione "agrisociale" con forte spirito identitario e resiliente. E quel reticolo di sentieri è anima e legame di queste visioni. La natura che si penetra è meravigliosa e questi intrecci inestricabili attraversano scenari inaspettati e inconsueti. I panorami suadenti sposano perfettamente la sporadica presenza antropica fatta di antiche chiese rupestri o piccole abitazioni di genti che hanno scelto di resistere per n

Ritorno da Sciabaca.

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Il Dopo; è sempre estremamente complicato fare la sintesi, trovare gli spunti per riportare su carta le emozioni, le connessioni, gli scambi avute nell'ultima giornata di Sciabaca, in quel di Soveria Mannelli (CZ). Soveria è stato, da sempre, un luogo di sperimentazione culturale e di innovazione molto particolare, data forse dalla profonda traccia antropologica di questi luoghi, forse per le visioni passate e quelle future, forse per una certa permeabilità nelle coscienze di queste genti ad accettare il dogma che la cultura è l'unica strada di sviluppo per una comunità. E Sciabaca è un concentrato di queste visioni, idee e progetti accuratamente plasmate da un gruppo di persone che hanno incentrato le loro attività imprenditoriali, con profonde connotazioni culturali, sulla crescita del sapere prima di quella dettata dal mercato. Tutto è accaduto qui, in quel di Soveria, territorio montano a prevalente economia agricola, periferico e decentrato. Apparentemente! Ma il c

Scarpette rosse.

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#amianto #inquinamento #tumori #bambini, qual è l’ hasthag giusto che devo usare per scrivere della manifestazione tenutasi il 18 marzo a Taranto dei “Genitori Tarantini”? Qual è la parola ad effetto per narrare quello che queste madri e questi padri urlano per proteggere loro e i loro bambini? Onestamente non lo so. Ma Taranto non merita questo, come non lo meriterebbe nessun posto al mondo. Un luogo che fu la culla della civiltà greca nell’italica penisola, un territorio offeso e mutilato da beceri interessi economici che ingrassano solo le “panze” di pseudo imprenditori venuti da chissà dove. Ma Taranto è solo ILVA? No, ma a Taranto si è giocato il più grande bluff della storia industriale italiana. Una storia che racconta di sviluppo, di riscatto, di benessere economico fittizio, costruito sulla pelle di quella classe contadina che fu venduta per qualche spicciolo da un manipolo di politici corrotti e ignoranti. La zona in cui, negli anni 60, sorse l’ILVA era uno dei p

Vota Antonio, vota Antonio.

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Ci siamo quasi, il 4 marzo si vota. E la campagna elettorale com’è stata? Forse la prima dove i social l’hanno fatto da padrone o quasi. Poca carta, pochi giornali, pochi santini (finalmente!). Tutto sui social. Al di là dei messaggi, al di là dei programmi, l’importante è stato condividere e prendere like. Il resto poco conta, meglio; non conta niente. Hashtag in mano a scriteriati e improvvisati SME al lazo di piccoli politici con grandi aspirazioni,  che comunicano anche quando vanno al cesso con un #. Ho visto di tutto e forse il peggio mi è pur sfuggito, ma come sempre c’è qualcosa che si è eleva da questa patina fangosa, un bagliore, una cannonata, un terremoto che scuote, che fa riflettere e soprattutto sorridere. La causa di tutto questo ha un nome: Gianluca Vassallo , fotografo campano con i piedi da tempo piantati stabilmente in quella che ritengo l’isola più affascinante tra tutte quelle che ho visitato: La Sardegna.  Gianluca ha deciso di partecipare a modo suo a