"Vedi Napoli e poi mangi".
A proposito di cose uniche…tante ne potrebbero venire
in mente. Un monumento, un sito archeologico, una tradizione, un borgo. Al sud
non ci facciamo mancare niente, anche se poi non ce ne accorgiamo, anche se poi
non ne sappiamo valorizzare la storia, la solita pappa trita e ritrita. Ma
quella che vi racconto è un’esperienza molto particolare e anche unica. Non
conosco altre realtà del genere, non ho ancora trovato simili esperienze in
Italia e forse in Europa. E’ il tardo pomeriggio di settembre dell’anno scorso,
affacciato su un tramonto da brividi, a Napoli, precisamente nella zona dei
Campi Flegrei, tra i soffioni della Solfatara di Pozzuoli. Comodamente seduto,
in un contesto di straordinaria suggestione, aspettando il calare del sole
nell'incantevole scenario del cratere, ho partecipato ad un evento unico. Non
era un seminario di vulcanologi sulle attività del sottosuolo di questa zona di
Napoli, ma una discussione programmata dal presidio Slow-Food locale, per
discutere di qualità e sostenibilità delle produzioni, delle filiere
agroalimentari e di allestimento a base di prodotti locali.
Il tutto con preparazione e assaggi di pesce azzurro
del mar Tirreno, preparato da chefs di rango e cucinati a terra, nella solfatara,
senza gas, senza fornelli, solo il vapore dei soffioni e il calore del terreno.
Esperienza inconsueta e gustosissima. Sarà stata la suggestione e sicuramente
la bontà della materia prima, nonché la professionalità degli chefs, ma il
pesce così buono non lo avevo mai mangiato. I Campi Flegrei sono conosciuti e
studiati in tutto il mondo per i loro fenomeni di bradisismo e per questi getti
di vapore e zolfo che nel cielo si innalzano fieri, ma gli itinerari
organizzati in questi meravigliosi luoghi e accompagnati da questi esperimenti
culinari di altissimo livello e valore nutrizionale, un po’ meno.
Mi hanno
raccontato che qualche anno fa, qui venivano le scolaresche a fare
l’esperimento dell’uovo cotto sulle pietre (sapienti insegnanti che insegnavano
rudimenti di fisica ai loro alunni), oggi tutto è cambiato. In questo splendido
microcosmo naturale, dove convivono vulcani e tracce di macchia mediterranea di
straordinario valore naturale, capita di incontrare gruppi di escursionisti
culinari, accompagnati da cuochi che cucinano prelibatezze con l’aiuto del
vulcano, con lo zolfo quasi a “speziare” tutto questo companatico, in pratica
un foodtrekking. Si chiama cucina geotermica, ed è, da qualche anno, la nuova
frontiera di una cucina molto ecosostenibile.
Una cucina che è anche una
esperienza molto legata alla natura e al suo rispetto, una cucina che sfrutta
l’energia di quel sottosuolo che a Napoli incute timore, ma come tutte le cose
naturali regala anche qualcosa di singolare, di unico. Unico come la cucina
geotermica dei Campi Flegrei. Visitateli.
Buon viaggio e buon appettito.
@kkkmarano
Commenti
Posta un commento
Grazie per il tuo contributo.