L'universo di pietra


Nei paesi della domenica, senza scimmiottare un interessante e intelligente format di Rai Due di qualche anno fa, non può non inserirsi l’icona di Castelmezzano (PZ) e dei suoi dintorni. Sulla torre rocciosa che domina il paese, che qui chiamano “l’Osservatorio” e nei suoi stretti vicoli tira un vento teso. Lo sguardo corre sulla valle del Basento, ma basta voltarsi indietro per vedere ovunque formazioni rocciose. Sembrano mostruosi funghi cresciuti tra la vegetazione.
Sono invece, le più intriganti e bizzarre guglie rocciose di tutto il Meridione, tutelate da metà degli anni ottanta dall’ente Parco Regionale di Gallipoli-Cognato-Piccole Dolomiti Lucane. 
Castelmezzano (PZ)
Ignorate dai viaggiatori, fortunatamente dimenticate dal turismo di massa, che corre frettolosamente verso le spiagge di Metaponto, non hanno mai avuto la loro fetta di gloria.
Sono spoglie pareti che raccontano storie di miseria e disperazione.
Sentieri sassosi, lucidi per il passaggio di asini carichi di mercanzie, file di donne che bilanciano pesanti cesti sulla testa, la solita vicenda di un Sud declinato al suo stereotipato destino. Da questo paese i giovani sotto tutti andati via…
Un paesaggio da eremiti, se non fosse per tutti i segni scavati dalle generazioni passate nelle abitazioni di sotto, nei campi ritagliati nei fitti boschi e per i viottoli che serpeggiano su per le guglie più aspre.
Ma è proprio questo che rende magico il luogo, la crudezza del paesaggio, le rughe di un passato fatto di sacrifici, di emigrazione, di povertà, di semplicità.
E’ qui che si conosce la vera storia dell’uomo, della sua millenaria forza di integrazione con la natura, la bellezza non è solo un panorama di un tramonto sul mare.
E’ qui che, ho constatato una massiccia ed inconsueta presenza: i climber
Il becco della civetta
Sono loro che vengono da tutto il mondo per accarezzare queste pareti, forse uniche per la possibilità di arrampicarsi per poi scendere direttamente in paese e rifocillarsi, in pratica una palestra a cielo aperto.
Dopo la SS Basentana la strada si inerpica stretta e tortuosa in un paesaggio dai caratteri alpini dove prolifera una vegetazione fitta e labirintica. La rocciosità di queste alture è forte e spicca verso il cielo come fosse un’eruzione pietrificata.
A dire il vero danno l’idea di essere granitici e misteriosi idoli di una religione di cui si è persa la memoria. Tornando verso il mare, si incontra Pietrapertosa (PZ), stessa morfologia, stessi camminamenti, scalette, corridoi, anche qui l’integrazione tra uomo e rocce è perfetta. E giù andando ancora, una puntatina va fatta a Tursi (MT). 
Il calanco dov’è letteralmente aggrappato, mette i brividi.
"u masc"
Legato al paese, da una scalinata pensile, sorge l’antichissimo quartiere turco della “Rabatana”. La “Rabatana”, ad inizio degli anni Ottanta, fu oggetto di una seria trattativa di acquisto di un importante tour operator finlandese, che ne voleva fare un albergo sparso, dalla connotazione etnica. Una gita domenicale, anche se un giorno è poco per ammirare questi paesaggi, vale la pena farla. Farla coincidere con la sagra “du’ Masc” il 12 e 13 settembre sarebbe d’obbligo, anche per assaggiare i “crostl”, dolci tipici a base di farina, uova e miele, simbolo di abbondanza. Estate o inverno non fa differenza, il colpo d’occhio è comunque e sempre emozionante.
Doveroso un mio personale ringraziamento per le foto a Domenico Santoro e alla guida turistica Maria Rocchina Martoccia.
Buon viaggio.

KKK

Commenti

  1. GRAZIE per aver scelto Castelmezzano come proposta per quest’itinerario…non a caso qualche anno fa siamo stati definiti dal sito di viaggi americano Budget Travel come la migliore località del pianeta tra quelle di cui non si è mai sentito parlare…siamo stati tra i paesi fondatori del riconoscimento turistico dei “Borghi più belli d’Italia”… pur se lontani (per fortuna) dal numero di presenze delle località del turismo di massa, la scorsa stagione, solo nei tre mesi di attività dell’attrazione Volo dell’Angelo (unica nel sud d’Italia) si sono avuti 11.000 voli e per statistica ogni “volante” è accompagnato da ben quattro persone…
    Per quanto riguarda i giovani non credo sia corretto dire che “tutti sono andati via”….mi inchino dinanzi quelli che decidono di partire con nel cuore i propri affetti ma bisogna riconoscere che in tanti restano perché credono nelle potenzialità di questo territorio, della Basilicata, ed in questo frangente oserei allargarmi all’Italia…
    A chi sceglie di venire in visita a Castelmezzano e di essere accompagnato da me parlerò del passato di Castelmezzano fatto sì di “miseria e disperazione” ma anche di personaggi illustri: penso a Charles Paternò uno dei più grandi costruttori di New York City, tra i primi a tirar su i grattacieli destinati a disegnare la più famosa skyline del mondo; al famoso dantista, Senatore del regno d’Italia, professore all’Università di Napoli, Francesco Torraca, nativo di Pietrapertosa…
    In ultimo una precisazione la denominazione Gallipoli si riferisce alla foresta in cui rientra il Parco derivante dalla fusione di due distinte tenute boschive, rispettivamente il bosco Gallipoli, 1.117 ha, e il bosco Cognato, 3.357 ha.

    Rocchina Martoccia.

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