Un "Oktoberfest" alternativo.

L'Ottobrata
L'Ottobrata di  Zafferana Etnea (CT) è uno di quegli eventi che anima il mese di ottobre di questa piccola cittadina alle pendici del vulcano più grande d'Europa. E' una festa dove la cultura enogastronomica si sposa con arte, tradizione e storia di questi luoghi. Tutte le domeniche di ottobre, un pullulare di genti invade le sue caratteristiche stradine, fondendosi con cibo ed esposizione artistica di piccoli artigiani che presentano i loro prodotti, a volte come piccole opere d'arte. La pietra lavica, i ricami, il legno e il ferro diventano protagonisti plasmati da mani sapienti. 
I caratteristici pittori di carretti colorano invece queste ancora miti giornate autunnali.
Pittore di carretti
Era un po' che non mi recavo all'Ottobrata di Zafferana e solleticato dall'idea di potermi inebriare nei piaceri e nei profumi di Bacco, decisi di dedicare la domenica appena passata a tali libagioni.
L'Ottobrata è soprattutto la festa dell'uva e del vino autoctono delle alture dell'Etna, il Nerello, straordinario per la sua corposità e il sapore fruttato, ma è anche importante vetrina di mele, funghi, miele e castagne, praticamente l'apoteosi dei sapori di questa stagione.
Il pomeriggio scivolò tra canti, balli e artisti di strada e quando sembrava che l'atmosfera festaiola sfumava, ecco presentarsi la classica ciliegina sulla torta: la ristorazione curata dai ragazzi dell'alberghiero di Giarre (CT), partoriva un meraviglioso primo piatto da zittire tutti. Risotto carnaroli mantecato con uve di Nerello Mascalese e salsiccia; come dice il Commissario Montalbano: non mi piace parlare quando mangio!
A proposito di Montalbano, finito di degustare tale delizia scambiai amabilmente quattro chiacchiere con uno dei pittori dei carretti siciliani, che mi consigliò, sulla strada del ritorno di effettuare un excursus nella terra della Stonehenge italiana: i megaliti di Argimusco, Elmo e Losi, nei dintorni di Montalbano Elicone (ME), stupefacente borgo, forse tra i più belli d'Italia sul massiccio dei monti Nebrodi.
Quando vi giunsi, lo stupore fu totale e rimasi quasi ipnotizzato da questi mastodontici menhir che a 1200 metri di altezza dominano un incredibile panorama.
Questi imponenti megaliti, definiti le pietre dei giganti, parrebbero risalire al neolitico e sono stanziati a poca distanza uno dall'altro. Sono costituiti in piccoli gruppi, il primo ne comprende due, uno di dieci e l'altro di venti metri, e rappresentano, secondo gli studiosi,  due figure umane, una maschile e l'altra femminile. Poco più avanti si ergono altre tre grandi pietre, di circa trenta metri di altezza e non sono le uniche. La zona è pregna di siti e necropoli di varia grandezza, un piccolo paradiso archeologico.
L'atavica atmosfera che si respirava, valeva un approfondimento degno di questo nome. Io purtroppo, non potevo restare, ma mi sono fatto persuaso che avrò altre sorprese, perciò tornerò sicuramente.
Le altre tre domeniche di ottobre aspettano di essere impegnate per l'Ottobrata di Zafferana, approfittatene, ne vale la pena. Cin Cin.
KKK

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