Acerenthia, borgo abbandonato.


In autunno, il cielo al tramonto è di un colore viola straordinario, qui in Sila. Ed è al tramonto che si accendono i camini, dove castagne scoppiettano sul fuoco e funghi porcini, appena colti, profumano l’aria di essenza di terra umida e fertile. Il camino arde e sprigiona serenità, un bicchiere di vino rosso colmo, lega, riscalda l’anima, rende più loquaci, smussa gli angoli più spigolosi… 
  
I resti di San Teodoro Acerenthia
Questa è la storia di un pomeriggio passato in Sila, a casa di amici, in un autunno che bussa alle porte, che trasforma la natura, i suoi frutti, i suoi colori. La Sila in questa stagione ne è carica e  ce li dona con estrema generosità. Siamo nelle vicinanze di San Giovanni in Fiore (CS), grosso centro agricolo dell’altopiano silano,  all’interno del perimetro del Parco della Sila e il tempo scivola via amabilmente aprendo le porte ad una serata mite, mentre tra una chiacchiera ed un’altra ed un sorso di vino, il padrone di casa ci racconta la storia di  Acerenthia.


Casa Principe Acerenthia

Acerenthia è il borgo fantasma di Cerenzia (KR), distante appena una decina di chilometri ad est di San Giovanni in Fiore. Fu abbandonato nella seconda metà dell’ottocento, dai suoi abitanti fuggiti all’imperversare della malaria, che migrarono poco più ad ovest edificando l’attuale Cerenzia. Il paese fantasma che prese il nome dal fiume Lese, che corre a valle (forse una volta chiamato Acheronte),  è oggi uno dei siti archeologici più interessanti per importanza paesaggistica di questa zona di Calabria, forse l’unico. La stranezza sta nella mancata citazione nei siti web che censiscono i borghi fantasma, ma per me questo è uno dei principali esempi nel meridione.

Ingresso di Acerenthia

Il borgo è unico per bellezza architettonica, è intriso di storia e mistero, è il simbolo della presenza  ecclesiastica in Sila. Le prime citazioni sull’importanza di Acerenthia, che fu per nove secoli sede Vescovale, da questo punto di vista, si devono all’Abate Ferdinando Ughelli che, nei suoi scritti, la indicava come la prima delle diocesi suffraganee al sud Italia. A conferma di questo forte legame che unisce questi luoghi al misticismo, è un altro luogo anch’ esso di rilevanza storica notevole: le Grotte Basiliane in località “Giancola”, ad un paio di chilometri dal centro abitato. Il sito da poco restaurato , risale a prima dell’anno mille ed è custode, con il suo ascetico silenzio, della storia millenaria della dottrina cristiana, perseguitata e clandestina, che utilizzava gli anfratti più remoti per divulgare la sua fede.

Grotte Basiliane Cerenzia

Visitare Acerenthia è entusiasmante. Esplorare i ruderi della vecchia città bizantina seduce e allo stesso incute timore. Fa parte di luoghi poco conosciuti, poco visibili al grande turismo, ma di singolare bellezza, come quella che cinge i resti dell’antico palazzo del Vescovado, autorevole simbolo  di questo lembo di terra e di storia abbandonata.

Palazzo del Vescovado Acerenthia

Buon viaggio


KKK                  

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