Quando l'economia diventa etica

E la prima volta che ci capita di "sponsorizzare" una struttura, ma lo facciamo volentieri per tutte quelle persone che, come noi, cercano di donare una parte della proprio tempo alla comunità. Conosciamo Aurora e la giovanissima Chiara, emozionante il suo articolo, che ogni giorno donano al prossimo qualcosa che a loro appartiene: un pezzo di vita. Noi da oggi, inauguriamo la "pubblicità etica". Grazie. 
KKK

Nel cuore della Sila catanzarese, dove il cielo è un po’ più vicino, storie di provenienza e tradizioni diverse s’intrecciano al suono di un annaffiatoio. Ci accoglie un’insegna di legno che fa da stendardo ai 1500 metri di terra tutt’intorno delimitati dalla staccionata in stile casa nella prateria. Entriamo nella Fattoria del Benessere.
Fattoria del Benessere a Decollatura (CZ)
Da una prima occhiata capiamo di non trovarci in una tipica fattoria di campagna, non ci sono animali, non si avvertono strani odori, non si calpesta fanghiglia o germi di grano, più di tutto non c’è una grande vecchia casa che troneggia al centro della tenuta. Eppure la fattoria c’è.  C’è una storia in ogni filo d’erba che cresce lungo il sentiero, c’è una storia nei gradini di legno che conducono al gazebo, c’è una storia anche in quel grande gazebo artigianale fatto a mano tegola su tegola che ripara dalla pioggia e dal sole. Sono storie di uomini e donne che giorno dopo giorno danno un senso al loro essere un po’ speciali e con semplicità e determinazione si rimboccano le maniche e si mettono al lavoro.  Sono le storie di chi li guida, di chi insegna loro come si fa. Benessere in Fattoria è tutto questo e molto di più.
Il progetto è nato dal sogno di alcune persone riunite nella cooperativa L’Arco di Catanzaro le quali, passo dopo passo, pur non senza difficoltà, hanno costruito il villaggio del benessere a Decollatura, coadiuvate da un’amministrazione locale sensibile e aperta al sociale che ha messo a disposizione i quasi due ettari di terra diventati la location di questo sogno. Del resto l’agricoltura è stata la prima attività da cui l’uomo ha ricavato sostentamento. I valori della terra sono autentici e sani perché orientati alla solidarietà e all’ottimizzazione delle risorse, sono valori inclusivi che guardano alla persona come mezzo e fine allo stesso tempo. I soci dell’Arco non potevano che ispirarsi a quest’idea per realizzare un progetto che all’inizio forse sembrava troppo ambizioso (soprattutto per il fatto di essere i primi a provarci da queste parti), ma che oggi si calpesta con soddisfazione. Non mancano tuttavia le sfide quotidiane, soprattutto quando ci si deve avventurare nei meandri di una burocrazia lenta e ridondante.  Ma l’obiettivo è talmente nitido e definito che la determinazione la fa da padrona.
I veri protagonisti sono i ragazzi che vivono la fattoria conferendole la particolarità che la contraddistingue, che seminano e raccolgono i frutti del loro duro lavoro, allo stesso tempo destinatari di un grande progetto e padroni di casa. Si sentono a loro agio, si muovono con disinvoltura, hanno imparato la manualità propria dei contadini apprendendola direttamente sul campo: sono diventati risorse preziose, fondamentali. Alla fine della giornata abbiamo assaporato il gusto di una semplicità quasi primordiale. L’acqua gelida sulle mani, il sole infuocato sulle guance,  una macchia di vino sulla maglietta, il nero di una griglia per la carne sulle dita scottate, la terra sulle scarpe: sono tutti segni di un contatto con la natura che ci educa e sensibilizza dopo averci emozionato. A Decollatura però non ci si ferma a questo: si produce un circuito economico. I prodotti realizzati con la fatica, il lavoro e il sudore nei campi diventeranno altro lavoro e quindi altri progetti. È l’embrione di quella che è già un’azienda agricola in tutto e per tutto con la consapevolezza che l’iniziativa economica dovrebbe essere (e la Costituzione ce lo insegna) orientata a principi solidaristici che pongano al centro della relazione la persona in quanto tale. L’agricoltura è per antonomasia attività relazionale! Ed è a questo punto che si esce dalla dimensione sociale e meramente assistenzialista e una particolare faccia dell’economia diventa etica, stile di vita, missione civile allo stato puro perché, come qualcuno suggerisce , non si dovrebbe parlare di diversamente abili ma semplicemente di abilità diverse.

Foto di : Antonio Guarasci


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