Don't forget "Corazzo"!

Sono uno chef, cucino per lavoro, cucino a casa, cucino per gli amici, a volte cucino per aiutare gli altri e soprattutto cucino perché mi diverte farlo.
La mia vita è chiusa solitamente tra quattro mura, davanti a fornelli, pentole e mestoli.
L'inverno di Corazzo
Il mio è un lavoro che può dare molte soddisfazioni, ma a costo di tantissimi sacrifici. Dopo un anno di duro lavoro questo è, di solito, il periodo in cui programmo le nostre vacanze o meglio le nostre “fughe”, lontano da un inverno, come quello da poco attraversato, particolarmente lungo e umido. Lontano non significa sempre fare 5000 chilometri per seguire uno status, si può trovare tutto di una vacanza o come la chiamo io, “fuga”, anche ad un’ora d’aereo, direzione sud.
Sì, sarò controcorrente, sono nato in Veneto da genitori veneti e amo la mia terra e la mia gente, ma la mia vacanza è a sud. In vent’anni ho visto un po’ tutto: Sicilia, Calabria, Puglia, poca Campania e una Basilicata che ti sorprende. Ogni volta sono tornato con una valigia in più, la più importante, quella delle emozioni che poi si trasformano in sentimenti. Mi piace il sud, la sua gente, il calore umano, la sensibilità e l’umanità insieme ai loro difetti, ai loro problemi.
Vista aerea dell'Abbazia di Corazzo
L’esperienza che voglio raccontarvi riguarda la “fuga” fatta l’anno scorso. Mese di giugno, destinazione Calabria, Mare. Il messaggio che passa, specie qui, è che a sud il mare è sporco, le città invase dai rifiuti, le sparatorie tra la gente e i furti all’ordine del giorno…probabile, ma io non me ne sono mai accorto. Durante il bagno di sole di splendide giornate passate sulla battigia a scacciare quell’umido insito nel tessuto epidermico e oserei dire osseo, abbiamo fatto amicizia con una famigliola romana. I miei figli coetanei dei loro e l’espansività di mia moglie hanno fatto da apripista a questa piacevole quanto estemporanea complicità vacanziera. Stranezze! Veneti e romani in vacanza in Calabria a caccia di luoghi da esplorare e papille da far godere.  La prima tappa di questa “santa alleanza” prevedeva una visita in Sila, per deliziare polmoni e palati. Ero già stato in questo meraviglioso e affascinante altopiano, dove la natura sembra aver preservato tutta l’essenza della vita. E’ vero, sono  poco organizzati in Sila, direi quasi amorfi, distaccati e stanchi, quasi infastiditi da presenze estranee, però il mondo come il Signore ce l’ha dato non è perfetto e d’altronde come potremmo pensare che in un posto così ci possa essere l’organizzazione di un tour operator finlandese? Sarebbe una roba da fuori classifica. Chiuderebbe per troppe presenze. No? L’errore di fare io da Cicerone mi ha portato a pensare di  ritornare in Sila, risalendo per le alture sopra Lamezia Terme. Errore! Strade tutt’altro che lineari, tornanti da incubo e tortuosità estenuanti. Troppo per tutti e stanchi di girovagare, optammo per la visita di questa zona pre-montana della Calabria, la zona del Reventino. 
Interno dell'Abbazia
Ed ecco, all’improvviso, come d’incanto che tutta la difficoltà del momento viene scacciata dalle visioni. Una natura rigogliosa e generosa, e poi quel panorama, e quel piccolo borgo di case in pietra, la cordialità della gente che ti invita in casa per offrirti un bicchiere di vino, quando tu gliene hai chiesto uno di acqua per il tuo bimbo e magari ti vorrebbe invitare anche a pranzo, tu! Sconosciuto. Ecco il perché del mio amore per questi luoghi, per queste persone. E poi l’emozione che ti prende, il ricordo leggendo questo blog, di un passaggio dove si parla della Calabria… qui ogni pietra racconta qualcosa. Verissimo! Percorremmo la strada che costeggia una piccola radura verde, con l’aria che profumava forte di origano, e quella strada portava a delle rovine, quelle dell’Abbazia di Corazzo, tra Carlopoli (CZ) e Castagna (CZ). Senza indicazioni, così, abbandonata alle intemperie, caduta nell’oblio. Fosse stata in Veneto, un’abbazia benedettina dell’XI secolo, sarebbe stato il fulcro di sviluppo di un territorio, il “centro di gravità permanente” delle strutture turistiche della zona, il piano di sviluppo turistico delle amministrazioni, la tessitura permanente di lodi inneggianti alla storia della struttura, il cavallo di battaglia di una comunità. La storia dell’abbazia che mi ha raccontato un gentile vecchietto della zona è bellissima e straordinaria, come l’architettura che la racconta. Normanni, Papi, Santi, scrittori, Borboni, il medioevo, il Regno delle Due Sicilie, tutto ha attraversato questo posto, distrutto nel 1782 da un terribile sisma e mai più ricostruito. Ma è un’opera dell’XI secolo, non può essere questo il suo destino. L’Abbazia di Corazzo è uno dei tanti, forse troppi monumenti abbandonati, privati del ricordo, nascosti agli affamati di cultura. Mi viene rabbia solo a pensarci, a scriverlo. Le grandi civiltà sono tali perché hanno avuto rispetto del loro passato. Invidio quasi tutto a voi del sud, tranne quella  rassegnazione a subire, ad accettare un sistema che gestisce ottusamente e in maniera clientelare tutto, il presente, il futuro e purtroppo anche il passato!
A proposito, io ho già prenotato…quest’anno Jonio reggino. Farò un salto dai ragazzi di Tartacare.
In bocca al lupo.

Andrea B. (Tv)
Interno dell'Abbazia
Ringraziamo per le bellissime foto Mario Greco - Carlopoli (CZ) Fotografo.

Commenti

  1. Quando leggo queste cose la rabbia sale sempre piu'. Sono un calabese trapiantato nella decantata Romagna..... Se i romagnoli avessere avuto in mano la Calabria, adesso sarebbe la meta piu' gettonata al mondo......

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  2. Raffaele Arcuri
    Se torni quest'anno vedrai una realtà un po' diversa. C'è un interesse nascente intorno all'Abbazia: Amministrazione Comunale e Associazioni stanno cercando di dare un nuovo volto a tutta la zona. E' nato il progetto Gedeone che mira alla valorizzazione del sito e dell'area circostante.

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