ViaggiaTORRI

Le nostre coste, da sempre, sono punteggiate da centinaia di torri che ci riportano a tempi lontani e che ci ricordano come, soprattutto la parte meridionale della nostra penisola, fosse preda di conquistatori e pirati che saccheggiavano e depredavano i popoli stanziati sulle zone costiere. E’ per questo che si costruirono questi avamposti, prima con funzioni di segnalazione poi, con le prime scorribande dei Turchi, a metà del XV secolo, come primo baluardo di difesa, sempre più massicce e con mura spesse più di quattro metri.
Torre Fornillo Positano (SA)
Oggi sono lì, molte abbandonate e lasciate ad un lento ed inesorabile degrado, quando sono invece parti splendide di patrimonio architettonico e storico, che il mondo intero ci invidia e che bisognerebbe difendere con forza e valorizzare, soprattutto in chiave turistica. ViaggiaTORRI è l’idea di un itinerario che unisce l’interesse storico culturale con la bellezza di queste torri e gli scorci paesaggistici unici. Alcune sembrano incastonate nella roccia, quasi emergenti da essa e partendo dalla penisola Sorrentina questo quadro ne è un tipico esempio.
L’aristocratica Torre Fornillo a Positano (SA), la riservata Torre Grado a Praiano (SA) e l’inconfondibile Torre Erchie, che dà il nome al borgo omonimo, sono tra le più caratteristiche della zona. Ma a Maiori (SA) la Torre Normanna merita una visita molto approfondita. 
Torre Normanna Maiori (SA)
Percorrendo verso sud la Calabria tirrenica, mare, terremoti e l’ignoranza dell’uomo ne hanno accelerato la scomparsa e l’unica torre di un certo rilievo rimasta è quella di San Nicola Arcella (CS).
Attraversando lo stretto di Messina e seguendo il tracciato della SS 113, che accarezza tutta la costa tirrenica siciliana, si incontra la Torre delle Ciavole (ME), stupendamente posizionata su uno sperone roccioso, di fronte alle isole Eolie. 
Torre delle Ciavole
La sua storia è anche legata alla triste vicenda dell’amore tragico tra il suo custode e la giovanissima e bella castellana di Brolo (ME). Pare che i due ragazzi furono rinchiusi vivi in una cisterna, dai familiari di lei e lasciati morire di stenti perché colpevoli solo di amarsi perdutamente. Percorrendo la strada verso ovest, appena dopo Palermo, nei pressi di Castellamare del Golfo (PA), un gruppetto di vedette molto suggestive fanno da cornice ad alcune caratteristiche località. A Scopello (TP) la Torre della Tonnara è ostinatamente aggrappata su un faraglione che dà lo sguardo alla più recente torre cinquecentesca, proseguendo si raggiunge la Torre dell’Impiso, ricostruita nel 1730 dopo che un fulmine aveva colpito la polveriera in essa custodita. Attraversato San Vito lo Capo (TP) e scendendo lungo il lato opposto del promontorio omonimo si incontra la Torre dell’Isulidda, posta su di un altopiano a strapiombo sul mare.
Torre della Tonnara
Il paesaggio roccioso che contraddistingue il golfo del Cofano e che contrasta con le calette e le spiagge di questa parte di costa, accolgono la Torre della Tonnara di Cofano, costruzione massiccia e imponente.
Ritornando sul continente e risalendo la Calabria jonica, poco più a sud di Crotone, appare in tutta la sua maestosità il forte di Le Castella, appoggiato su un lembo di terra che si allunga sul mare e che nei giorni di alta marea rimaneva raggiungibile solo via acqua.
Una simile visione scenografica, ha infatti, stimolato diversi registi a girare scene di film più o meno famosi. Ricordiamo tra tutti “L’Armata Brancaleone” e “Il Vangelo Secondo Matteo”. Sul promontorio di Capo Colonna, la tenacità di alcuni archeologi ha portato alla luce fondamenta e mura del tempio di Hera Lacinia, di cui l’unica colonna rimasta in piedi, ha dato il nome al sito ed è diventata icona turistica . 
Le Castella (KR)

                                                                                
Torre Nao, appena più interna, è sede museale di tutti i rinvenimenti degli scavi di Hera Lacinia. Verso nord, la costa diventa piatta e regolare, spiagge basse e sabbiose furono facili conquiste per pirati e banditi, basti pensare che la Basilicata e la Puglia jonica contano più torri che chiese. Le più suggestive si incontrano in provincia di Taranto, a Manduria dove la Torre Colimena apre un itinerario fatto di calette ed improvvisi scogli, splendide isolette e costoni ricchi di agavi e fichidindia. Torre Lapillo, con la sua bellissima spiaggia, Torre Chianca, Torre di Porto Cesareo sono le più conosciute mentre Torre Squillace, Torre Sant’Isidoro e dell’Inserraglio sono l’ unico presidio di una zona costiera piuttosto disabitata. A Santa Caterina (LE) le due torri sono un esempio di connubio tra antico e moderno, poste a dominio del lungomare frequentatissimo dalla movida di tutta la costa jonica salentina.   


Attraversando il capo di Santa Maria di Leuca (LE) e risalendo verso nord, la costa si innalza e diventa rocciosa con un colpo d’occhio, su questo specchio di mare, strepitoso. 
Torre Minervino Ugento (LE)

Proprio nei pressi di Otranto (LE),  lo spettacolo si fa quasi lunare, sposandosi benissimo con la pietra grezza  della Torre Minervino e Torre Sant’Emiliano, quasi in una fusione tra paesaggio naturale e antropico. Isolata e ormai abbandonata la Torre della Serpe sorge a guardia del Canale di Otranto. Fu costruita come faro per il porto e oggi è riportata nello stemma della città. Dopo l’avvento dei Turchi, questa parte di Adriatico, fino in Abruzzo, divenne più sicura, la presenza dei pirati non era quella del Tirreno quindi, la costruzione di questi avamposti calò e le uniche edificazioni erano a carattere residenziale. Programmare questo itinerario è complesso e c’è bisogno di organizzazione e tempo. In auto ci vogliono una ventina di giorni e in moto un po’ meno. La mia idea è proporlo in bici, si apprezza tutto, i paesaggi, la storia, i colori e i profumi, ma ci vuole spirito di adattamento e molta forza fisica. L’ultima opzione, la più chic e per chi può permetterselo, è quello di farlo in barca. E’ un tuffo nel passato,  sentirsi conquistatori o pirati, non fa differenza.

Buon viaggio o buona navigazione.
KKK 

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