La Chiesa "scoraggiosa".
La statua lignea della Madonna dell'Assunta |
Sono ormai più di sette anni che, a cavallo di Ferragosto,
alloggio dieci giorni circa a Colosimi (CS), uno degli ultimi avamposti della
provincia cosentina che si addentra nella Sila. Quasi mille metri di
altitudine, quasi mille anime di popolazione, che in questo periodo
raddoppiano, aria buona, amici di calcistica provenienza ed una Chiesa, eretta
in devozione della Madonna dell’Assunta alla fine del XVIII secolo. La comunità
è molto legata alla sua protettrice e il 15 agosto si celebra la festa in suo
onore, festa che coinvolge tutto il paese e che culmina con una bella e sentita
processione dopo la messa della sera. Questo fino allo scorso anno, poiché
adesso tutto è cambiato.
La Madonna all'uscita della chiesa |
Il pastore di questo gregge ha impresso una forte
svolta a tutta la celebrazione;
-intanto più sobrietà,
giusto;
-in ottica di spending-review e attenzione all’ambiente, meno
luminarie, anche questo giusto;
-poi scissione decisa tra manifestazione laica e sacra,
giustissimo;
-offerte in denaro direttamente alla Chiesa senza
intermediari, solo per opere caritatevoli, stra-giusto.
Fin qui nulla da eccepire, siamo in un momento in cui chi
professa certi valori è giusto che sia morigerato nelle sue manifestazioni. I
soldi sono pochi e devono essere utilizzati per cose concrete, aiutare la gente
e sostenere le persone più sfortunate. Ma la processione alle 19,00 no! Questo
proprio no! Quest’anno la Madonna, portata a spalla da otto devoti, non ha
neanche fatto il solito cammino.
Ridotto anche quello e ridotte le fermate,
solo una. Il misticismo e il mistero che accompagnavano questo lento camminamento,
che abbracciava tutto il paese, quasi del tutto svanito! Ma anche la
partecipazione si é ridotta. Molti hanno disertato, molti non ce l’hanno fatta
a rientrare in tempo, ma molti non sono stati rapiti da quel lungo ed
illuminato corteo di preghiera e devozione che gli altri anni rendevano magico
questo evento e questo luogo.
Il parroco, in una sua predica di qualche giorno
prima, sosteneva che tutto ciò è figlio di indicazioni impartite dall’alto.
Qualche tempo fa, infatti, in una riunione di tutti i vescovi calabresi in quel
di Paola (CS), si è deciso che le processioni religiose dovevano svolgersi
secondo queste indicazioni e limitazioni. Il santo (San Francesco) nato in quei
luoghi, si sarà rivoltato nella tomba. Bene, anzi male. Malissimo! Male perché,
se ci sono zone dove questi eventi certificano il predominio di certi ambigui
personaggi, capaci di influenzare oltre che l’essere cittadini, anche quello di
essere fedeli, allora no. Basta processioni. Ma è d’obbligo non fare di tutta
un’erba un fascio, specie da chi deve guidare spiritualmente il popolo. Perché
così vincerebbero loro, la loro influenza sarebbe invasiva, definitivamente.
Perché è facile prendere certe decisioni, perché è facile sparare nel
mucchio, è come uccidere una
fastidiosissima zanzara, che succhia sangue, con un bazooka… crei solo macerie.
“Ci vuole coraggio”, come professa il capo riconosciuto di quei vescovi, che
hanno forse banalmente scelto la strada più semplice. In Calabria, ci sono ancora luoghi mafia-free e sono quei luoghi
che hanno bisogno di non essere mortificati nelle loro tradizioni. E allora “abbiate
coraggio”, perché solo chi ha coraggio può avere fede.
@kkkmarano
Le foto pubblicate in questo post sono volutamente quelle
riguardanti la processione del 2013.
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