Con lo sguardo all'ingiù.


Particolare delle rovine a Gravina

Di solito siamo abituati a guardare una città dal basso in alto, di solito alziamo lo sguardo per scorgere architetture avveniristiche, di solito cerchiamo il cielo per intuire il livello di progresso raggiunto da una comunità, ma a Gravina di Puglia (BA) non è così. A vederla così sembra una città di un altro continente, lontano migliaia di chilometri. I suoi anfratti ricordano i canyon delle montagne rocciose, canyon che si inabissano  nelle viscere più profonde della terra. La pietra in questa striscia di terra che lega la Puglia alla Basilicata è il trait d’union con un mondo ed una storia lontana, scritta nella roccia. Sì perché Gravina, il suo nome lo deve proprio a questo elemento, dove rudezza del paesaggio e mistero sono una costante. 
Costone gravinese

Gravina è un’antichissima città che sorge sulla e dentro la roccia che, assetata cronicamente di acqua, poggia le sue fondamenta su un oceano sotterraneo. La sua bellezza è nella particolarità delle sue origini, origini di un popolo che si è esteso verso il basso, in queste montagne all’ingiù, al riparo da caldo e da predoni, alla ricerca di acqua e di mistiche contemplazioni di preghiera, anticamera della civiltà rupestre. La vita si svolgeva in queste case senza porte, scolpite nella pietra con semplicità disarmante e in queste chiese modellate nel tufo da mani sapienti che a volte, esplodono in sontuosità inaspettate. Come per la chiesa di San Michele delle Grotte, tempio con cinque navate, quattordici pilastri e tre altari dedicati agli arcangeli…maestosa Cattedrale! 
Interno della chiesa di San Michele delle Grotte

Più su la chiesa di San Marco dal 1714 diventata  ossario, con gli scheletri ultimamente trasferiti a San Bartolomeo e poi la chiesa del Sepolcreto, detta anche Santa Maria degli Angeli, evidente per la sua architettura ortodossa “perpetuata” da monaci bizantini. E ancora la chiesa del Padre Eterno, mai nome fu più appropriato o il santuario della Madonna delle Stelle, meta di tantissimi pellegrini. Ma come  per una batteria di fuochi d’artificio che sta per terminare, è l’ultimo che fa il botto più forte, il più bello, quello che ti fa letteralmente sobbalzare. La chiesa rupestre di San Vito Vecchio è un concentrato di emozioni, misticismo, mistero e fede che si rincorrono. 
Escursione alla chiesa della Madonna delle Stelle

La chiesa è anche famosa per i suoi meravigliosi affreschi che per anni hanno peregrinato attraverso i più importanti musei e pinacoteche del vecchio continente, testimonial di questa civiltà antica e oggi custoditi nei locali della Fondazione Pomarici Santomasi. Ma Gravina non è solo un itinerario di religiosa devozione, è anche una splendida scoperta culturale, con la biblioteca Finya, fondata nel 1686 e ritenuta tra le più antiche di Puglia, ma anche una testimonianza storico-paesaggistica con i suoi rioni medievali Piaggio e Fondovito aggrappati sulla roccia, quella roccia che qui ha un solo significato: Vita. 
Scorcio di Gravina

Gravina non la si può però “visitare” leggendo queste poche righe, lasciatevi trascinare dall’emozione e guardatela con gli occhi, ma soprattutto con il cuore. Le escursioni guidate tutto l’anno sono l’ideale e il GalMurgiaPiù ne organizza di molto interessanti.

Buon viaggio.
@kkkmarano

Ringraziamo per le foto Serena Ferrara del GalMurgiaPiù

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