Il vecchio mulino.

Quando si è in vacanza, si è sempre alla ricerca dell’emozione, del momento da incorniciare e conservare nelle recondità della mente, ma questo non sempre accade, se non inaspettatamente. L’emozione nasce dalla vista di un luogo, dal racconto di qualcuno, dall’assaggio di qualche prelibatezza e a volte da un profumo. La scoperta è emozione. L’emozione è più intensa quando la scoperta è totale. Un luogo, la sua storia, la tradizione, gli uomini. La “dritta” di Mimmo, un sito quasi invisibile, un imbuto naturale in cui è confluito tutto questo. Una conca che sembra quasi il cratere di un vulcano spento, su cui poggia un vecchio mulino ad acqua. Esistente dal 1400, commercialmente operativo fino ai primi anni sessanta e tuttora funzionante ad uso privato della proprietà. La sua è una storia che attraversa trasversalmente più di seicento anni e rappresenta una tradizione vecchia quasi quanto l’uomo: quella della molitura del grano. Questo è il mulino Scarpino, situato a Taverna di Coraci, località del comune di Colosimi (CS), piccolo borgo pedemontano a cavallo tra le province di Cosenza e Catanzaro. Di proprietà della famiglia Scarpino che, con molti sacrifici, conserva gelosamente questo esempio di architettura rurale è rimasto quasi intatto nei secoli, calato in questo cono invisibile dall’esterno, se non dall’unica strada d’accesso. Mamma e papà Scarpino, insieme alle tre figlie, coltivano amorevolmente questo lembo di terra, immerso in una vegetazione fittissima e rigogliosa e con a guardia non il solito cane, ma un arrabbiatissimo esemplare di montone nano, nero come la pece. Il torrente scende impetuoso dalle alture che cingono la località e le sue acque gelide e cristalline muovono le due ruote del mulino. Un sistema di ingranaggi complesso trasmette la forza alle macine che trasformano il grano in farina. La meccanica di funzionamento lascia sbalorditi, vista la datazione della costruzione…e la scoperta diventa emozione!  Del mulino Scarpino non c’è traccia sulla rete, un cenno su una decennale pubblicazione che illustrava la storia di queste costruzioni in Calabria, e poi solo il passaparola di pochi ed il certificato di proprietà della famiglia. Andreina, una delle tre ragazze della famiglia Scarpino, mi ha confidato il timore di voler pubblicizzare questo luogo, la paura che qualcuno possa deturparlo, che qualcuno possa trarne dei vantaggi economici stravolgendone la sua morfologia, la paura che qualcuno possa sporcarlo. Eppure sono tre ragazze con percorsi universitari ultimati o in fase di ultimazione, che hanno viaggiato , che conoscono e usano quotidianamente la tecnologia e che hanno un ottimo spessore culturale. Hanno ragione, qui la natura è bellissima, qui l’aria ha un profumo diverso, qui c’è l’esempio di ingegno e tradizione, qui c’è la storia. Io proverò a farvelo visitare con queste foto. Forse un giorno la famiglia renderà fruibile a tutti questo scorcio di Calabria, o forse no. Forse lo farà quando l’uomo prenderà piena consapevolezza della sua storia e del rispetto della natura. Io sono con loro!
Buon viaggio (fotografico)
KKK     



















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