Sardegna, l'altra faccia della medaglia.
Credo
che parlare della Sardegna turistica sia superfluo, aggiungere qualsiasi
citazione, retorico.
Ma
quest’isola, che può vantarsi di avere uno dei mari più puliti dell’intero
Mediterraneo, ha il suo lato poco conosciuto o per meglio dire quello meno battuto.
E’ la Sardegna
di arte e cultura, di storia e tradizioni, che mai troppo incensata, fa più
fatica ad affacciarsi sul panorama turistico internazionale. La promozione di
questa terra è stata quasi sempre affrancata all’aspetto naturale, forse per
intercettare masse sempre più interessate a percorrere lo status della vacanza,
meno che il contenuto. Contenuto che sembra assumere, in questi ultimi anni,
una valenza e connotazione culturale, richiesta dai nuovi viaggiatori, quelli
che si allontanano dagli stereotipi, quelli che si cibano della conoscenza,
quelli ecosostenibili, quelli che digitalmente interagiscono e che pretendono
l’accessibilità totale al contesto. Sembra anche impossibile costruire un
itinerario in tal senso, troppe cose verrebbero dimenticate o troppe pagine
andrebbero scritte. Si potrebbe elencare un percorso ipotetico seguendo una
direttrice nord-sud, percorrendo tutta l’isola. L’ inizio di questo
meraviglioso cammino è sicuramente, Alghero, città dall’anima catalana, dove
tra le botteghe di incantevoli creazioni di corallo, appaiono nella loro
bellezza Palazzo Machin o Casa Doria, e la cinquecentesca Cattedrale di Santa
Maria. Il carattere militare di Alghero lo si può ancora apprezzare per i suoi
bastioni, con la presenze delle torri di Sulis e della Maddalena. Proseguendo
verso Sassari, gli influssi della dominazione gotico-aragonese sono ancora
molto presenti e ben distinti, com’è anche rappresentato nell’accurata
architettura della Cattedrale di San Nicola. A Sassari c’è anche il notevole
Museo Archeologico dove sono raccolte quasi tutte le testimonianze dell’italico
stile. Nel percorrere l’itinerario verso sud, costeggiando il versante
occidentale si entra a Oristano, con il suo bellissimo centro storico,
miscellanea ben riuscita di tutti gli stili percorsi nella storia dalla città.
Palazzo Parpaglia, all’interno del quale è ospitato il Museo Archeologico
Antiquarium Arborense, merita una citazione, vista la pregevole e antica
collezione di oggetti risalenti all’età nuragica e punica. Poco fuori città, va
visitata Tharros, forse fondata dai Fenici, uno dei siti preclari della
Sardegna. Fu porto importante e definita “città scomparsa” per la continua
erosione marina e le sue rovine offrono la visione di un paesaggio di rara
suggestione. Nell’aria si percepiscono ancora gli echi di racconti che volevano
questo posto maledetto e quindi da tutti evitato. Tra i monumenti di maggior
interesse, a Tharros, c’è il tempio, con la sua base, inserita nella roccia e
decorato di semicolonne doriche. Infine sul colle di San Giovanni si erge quel
che rimane dell’Acropoli. L’ultima tappa del percorso termina a Cagliari,
antica Karilis, uno dei centri punici più antichi. In città lo splendore
dell’epoca romana segnò molto lo sviluppo di Cagliari e l’impronta più
tangibile è data dall’anfiteatro del II secolo d.C. scavato nel fianco di
un’altura. Non meno interessante risulta la basilica di San Saturnino con la
sua pregevole cupola di epoca bizantina come anche, la famosa Torre
dell’Elefante, unica traccia di edificazioni pisane. La Sardegna è anche questa,
l’altra faccia della medaglia, forse quella più avvincente, entusiasmante.
Quella che vista in questa prospettiva ti lascia una traccia, un solco, un
pensiero profondo su quelle origini non troppo certe, il fondersi di verità e
leggende che si fa pesante e sfiora la teoria di una terra creduta troppo
lontana, patria di una civiltà avveniristica e forse, pensandoci bene molto
vicina, Atlandide. Il mio consiglio è di programmare e condividere un viaggio
in Sardegna attraverso la rete, seguire eventi come le “invasioni digitali”, che sono intelligente strumento di interazione
e conoscenza, per poi toccare con mano quello che ci appassiona.
Non
tralasciate neanche l’aspetto culinario, è la sempre classica ciliegina sulla
torta.
Buon
viaggio.
KKK
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