Cupe assonanze.
La
storia che il castello di Mussomeli (CL) custodisce, ha una cupa assonanza con
molte storie odierne di donne. Storia di corsi e ricorsi, di quanti
maltrattamenti e violenze abbiano dovuto subire. In nessun posto sono al
sicuro, in famiglia, al lavoro, nelle piazze…l’orco di turno è sempre in
agguato, che si chiami marito, padre, parente o collega, quasi mai uno
sconosciuto. Assonanza
rievocatami dalle cronache degli ultimi tempi e da un racconto che in Sicilia
si tramanda da generazioni. Allora quel collegamento si apre, la storia di un castello arroccato su una
roccia che domina un intero paese, che si intreccia con la vita e la morte
violenta di donne. I colori della Sicilia, quella dei “don”, dei baroni, dei
vicerè di Spagna. Il blu del mare, il verde degli alberi, l’oro del sole, il
rosso del sangue. Quello di una storia di amore, di abbandono e di tradimento,
marchio indelebile di un atroce delitto. Una ballata popolare che si è
tramandata fino ai giorni nostri e il fantasma di una donna che non trova pace
e che vaga ancora oggi, di notte, tra le mura di quel castello in cerca della
sua perduta gioventù. Storia, leggenda, mistero, nell’omicidio di Laura Lanza e
Ludovico Vernagallo, c’è tutto quello che stuzzica la fantasia degli
appassionati di gialli e anche di più.
Questo antico castello, tra i meglio conservati della
Sicilia, affascina non solo per la
sua suggestiva bellezza, ma anche per l’alone
di mistero che lo circonda, oscure vicende, tesori occultati, la leggenda di tre
belle dame, sorelle di Re Federico e vittime di una
storia di assurda gelosia. Sarebbero, infatti,
state murate vive nella stanza denominata “la
cammara di li tri donni”. E i sotterranei custodirebbero inestimabili
tesori e sarebbero stati teatro di misteriosi eventi. Nelle sale del maniero
dal 1500 vaga inoltre, il fantasma della giovane Laura,
Baronessa di Carini. Si narra che si aggiri sconsolata alla ricerca del crudele
padre Cesare Lanza responsabile della sua precoce morte.
L’uomo aveva dato credito alle voci infamanti
sul comportamento dissoluto della ragazza, voci che si
rivelarono poi del tutto infondate, e per salvare
l'onore della famiglia, si recò nel castello di Carini e
assassinò la figlia strangolandola. Cesare Lanza,
divorato dal rimorso, si rifugiò a Mussomeli per espiare. Il
fantasma di Laura veste abiti cinquecenteschi e appare nelle sale più grandi
del castello, ma soprattutto nella cappella dove si inginocchia e prega. C’è
chi sostiene e giura di aver visto una creatura vivente tanto
perfetta agli occhi dei comuni mortali,
da incutere terribile suggestione. La costruzione gotica eretta su una roccia
calcarea di circa 80 m .
domina scorci della stupenda campagna dell’entroterra siciliano quasi fosse lo
scettro piantato nel terreno da chissà quale sovrano. E’ a circa due chilometri
dal paese ricchissimo di storia e arte, in ogni suo angolo, con chiare influenze
di Sicani, Greci, Romani e Arabi, mescolanza simbolo della storia stessa di
questi luoghi della Sicilia no Alpitour. Il Castello, dal 25 aprile, è aperto
tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 9,30 alle 12,00 e dalle 15,30 alle 18,00
e l’ingresso costa da i 2 ai 4 euro. L’input della vacanze è questo, leggere
questo legame che accomuna quasi tutti i luoghi dell’isola, la bellezza della
natura che si sposa con l’unicità storica e culturale. Ogni borgo custodisce un
mistero ed insieme ad esso c’è sempre traccia straordinaria ed evidente della
presenza dell’uomo. Onestamente è molto difficile riscontrare questa mescolanza
altrove, mescolanza arrivata ai nostri giorni quasi intatta, simbolo oltre che
di occupazione e dominazione anche di integrazione e civiltà, parole oggi
sempre più impalpabili.
Buon
viaggio
KKK
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