E Polecenelle bielle e brutte.

Polecenelle brutta

In questo periodo è facile parlare di Carnevale, delle feste, delle tradizioni e dei misteri che questa antica ricorrenza  si porta dietro. Già proprio i misteri…In tutta Italia si sfila, ci si maschera e si trasgredisce con anima e corpo. Sono i  tre giorni che aprono poi la porta alla riflessione e alla quaresima. E’ la festa godereccia per antonomasia un po’ dappertutto o quasi. Quasi, perché non tutto è solo mercificato e ceduto a pure logiche commerciali concepite per calamitare turisti e monetizzare gli eventi. Ci sono luoghi dove questa festa è celebrata in maniera intima, come  fosse un tormento, nell’eterna indecisione se condividere o custodirla gelosamente. Il Carnevale di Alessandria del Carretto (CS) sembra essere uno di questi. 
Polecenelle bielle

L’intera comunità si raccoglie intorno a questo piccolo e antichissimo borgo abbarbicato sulle prime alture del Pollino, rievocando una remota tradizione che sprigiona fiamme e calore in questi giorni freddi. I suoi poco più di 400 abitanti guardano l’alto jonio cosentino dai loro 1000 metri di altezza, cercando di tutelare il loro futuro ferito  dall'emigrazione e offeso dallo spopolamento di un territorio straordinario. 
Il Carnevale Alessandrino

E’ un fuoco che arde potente. Una brace mai spenta dalla cenere dell’oblio. Tizzoni che ardono e resistono al tempo, si ossigenano a vicenda per tramandare ai posteri tradizioni rilevanti della storia del loro popolo. Sono Paolo, Caterina, Margherita, Vincenzo, Isabella e altri che mettono in scena in questi giorni la rappresentazione carnevalesca alessandrina: Le Polecenelle Bielle e Brutte. Raffigurazione che il 31 gennaio racconta la storia del fidanzamento ufficiale, dell’ingresso in casa dell’amata del giovane pretendente, che per l’occasione si agghinda di tutto punto per fare bella figura; appunto il “polecenelle bielle”. Lo stesso porta in dono “u scuriazzo”. 
Polecenelle brutta

E poi il suo alter-ego, la maschera brutta, l’ “Uerse” che rappresenta il male, il tetro, la tracotanza, la bruttezza. Quest’anno la rappresentazione ha una coda il 7 febbraio, ma non ad Alessandria, bensì a qualche centinaio di chilometri a nord-ovest, in Sardegna, quell’isola dove il Carnevale rappresenta qualcosa di più che una classica festa. E’ quel tormento, quel tenebroso e misterioso lato di Carnevale e che si inabissa nel tempo. Polecenelle Bielle e Brutte saranno ospiti di Mamoiada (NU) a testimoniare un’intima vicinanza di bellezza e di bruttura, di fascino e squallore, di splendore e di orrore, proprio come il tempo in cui viviamo. 
Polecenelle bielle e brutte a Mamoiada (NU)

E’ questo il vero Carnevale. Divertimento, ma anche tedio, occasione di svago e di riflessione allo stesso tempo. Le due facce della stessa medaglia. I ragazzi di Alessandria hanno sfilato per Mamoiada suscitando curiosità e apprezzamenti dagli abitanti del centro del nuorese, hanno portato e lasciato qualcosa dalla loro Calabria, la bellezza e la bruttezza, punto in comune tra le rappresentazioni dei due borghi, lontani centinaia di chilometri, ma vicine nella storia e in quel tormento. Le due maschere alessandrine saranno custodite nel locale Museo delle Maschere Mediterranee, come simbolo di condivisione e scambio culturale Forse quel tormento sta per essere scacciato per sempre dal vento della cultura. Perché la cultura è tale solo quando è fruibile a tutti.
Maschere di Mamoiada

Buon Carnevale.
Ringraziamo per le foto Caterina Ierovante e Paolo Napoli
Per le notizie Paolo Napoli e tutti i ragazzi di Radicazioni
Gruppo Antidegrado Alessandrino e Giovani Alessandrini
@kkkmarano e @Latitud_Sud

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