#Roccellasubacquea, invasione unica.


#‎roccellasubacquea‬ è stata un'esperienza fantastica, unica nel suo genere. E' la prova che bisogna sperimentare, sempre. E' stata l'unica invasione digitale subacquea in Italia e noi i fieri pionieri di questo innovativo metodo di fare cultura.

Tutto ciò non si sarebbe però, potuto realizzare senza l'entusiasmo e la competenza dei sub di Roccella con Luca Papandrea. Un grazie anche al nostro Ambassador Francesco Marano per le nottate a costruire quello che sembrava impossibile. E grazie alla nostra fotografa Francesca Palmieri, al grafico Stefano Tocci, a Laura Marano e tanti altri che hanno contribuito a dare visibilità a questa invasione.
Senza dimenticare Marianna Marcucci, Fabrizio Todisco e tutto lo staff di Invasioni Digitali che ci hanno supportato.
Questa la storia della nostra ‪#‎invasionedigitale‬ e tutte le immagini.


Pasubio 35/44 mt

Il relitto del Pasubio è uno dei più affascinanti del basso Jonio calabrese. Si tratta di un piroscafo, silurato ed affondato da un sommergibile britannico nel 1943 al largo di Roccella Jonica. Il relitto è adagiato sul fondo sabbioso a 44 m di profondità, leggermente sbandato sul fianco di sinistra; le sovrastrutture della nave si incontrano già ad una profondità di 34 metri, mentre l'elica si trova a 42/44 metri. L’immersione avviene dal gommone, lungo la cima di discesa, e la visita alla nave viene usualmente effettuata in due tuffi distinti: uno per la zona centrale e la prua e l’altro per la poppa. Il relitto è integro e ben conservato; particolarmente suggestivo è lo specchio di poppa, dove si conserva, in ottimo stato, la ruota del timone, alla cui base è possibile ammirare una grande ancora di rispetto di tipo ammiragliato. Sotto la poppa, dall'imponente stazza, si trovano la pala del timone e l'elica a tre pale, parzialmente infisse nel fango sabbioso, dove spesso trovano rifugio cernie di grande taglia. Anche la prua è molto suggestiva e conserva un bel tagliamere completamente integro, con le due grosse ancore incastonate negli occhi di cubia. 

Le catene delle ancore, ben conservate, giungono ancora integre sino all'argano salpa ancore.
Si tratta di un'immersione molto suggestiva, in cui è possibile visitare anche le ampie stive che conservano ancora intatto il loro carico di carbone, leggermente ricoperto da un sottile strato di limo. Solo i due grandi alberi, quello di prua e quello di poppa, non si sono conservati in alzato, ma giacciono il primo crollato sulle stive della coperta, il secondo di traverso tra la murata di sinistra ed il fondale, contribuendo a creare altri anfratti e nascondigli per tutte le specie marine che hanno eletto questo imponente frammento di storia passata, celato nel blu dello Jonio, come loro sede e tana. 

La presenza di pesce è infatti notevole, soprattutto di grandi cernie brune e dorate, che nel relitto hanno fatto la loro tana, oltre ai frequenti banchi di ricciole, saraghi, salpe. Le strutture del relitto, oltre ad essere circondati da fitte nuvole di anthias, sono totalmente ricoperte di organismi bentonici e sessili: spugne, tunicati, alghe, tra cui si aggirano nudibranchi, crostacei ed echinodermi


Noi ci siamo divertiti e abbiamo provato sensazioni sconosciute, voi provate ad immergervi in questi fondali, custodi di una civiltà millenaria.

@Latitud_Sud

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